Gomel, ore 17.00. Squilla un vecchio telefono nella sala grande dell’orfanotrofio. Quasi venti bambini si precipitano, abbandonando le solite occupazioni pomeridiane. Mikhail, è per te… dice con voce annoiata la maestra Olga… Mikhail, afferra il telefono ed entusiasta saluta: ciao mamma B… come stai… bene mamma… hai fatto i compiti?… si oggi ho preso otto in matematica… bravissimo, quando verrai in Italia, sarai il più bravo della classe… si mamma, ma quando vengo in Italia?… quando il Presidente firmerà la lettera… mi hai detto così anche ieri, e anche l’altra volta, tante volte hai detto così, urla Mikhail con la voce quasi rotta dal pianto. Mamma B. non ce la fa proprio a continuare: ti passo papà…Mikhail, fai il bravo, in estate sicuramente tornerai e andremo al mare… si papà, e faremo i tuffi, come l’anno scorso… è stato due anni fa Mikhail…È già, sono passati due anni da quando Mikhail è stato in Italia, tanto, troppo tempo; a Natale mamma B. e papà C. sono andati loro in Bielorussia, così come l’estate e Natale scorso. E come loro, tante altre famiglie che per anni hanno accolto nelle loro case i bambini degli orfanotrofi bielorussi. Per molte di loro, l’adozione era quasi cosa fatta, mancava giusto una firma del Presidente… ma niente questa firma non è mai arrivata, prima per oscure ragioni di rapporti diplomatici, poi la pandemia e infine la guerra che chissà per quanto, impedirà a qualche decina di famiglie italiane, anche solo di vedere i loro bambini. Eh si, i loro bambini, perché tra questi bambini e le loro famiglie italiane si è sviluppato un legame unico, duraturo, si sono scelti a vicenda, hanno imparato a conoscersi e ad amarsi, tanto da far apparire l’adozione quasi un cavillo. Ma questa adozione ora è quasi un miraggio… ma, mai come ora arriverebbe opportuna, la Bielorussia è quasi un teatro di guerra; si vogliono salvare vite umane, non sarebbe il caso di tirare fuori i bambini da questa situazione di cui non hanno nessuna colpa? A questi bambini sono stati fatte delle promesse, la promessa di vivere in un altro Paese di cui hanno imparato la lingua e di crescere nel calore di una famiglia vera e non nelle fredde stanze di un orfanotrofio … e, ancora peggio, traditi e disarmati tra qualche anno dovranno affrontare la vita. Impedire che ciò avvenga non è solo un gesto di umanità, ma un dovere morale… in fondo è sufficiente una firma, non una qualunque, quella del Presidente… ma non ha detto lui di essere un nonno prestato alla politica… su Presidente, faccia il nonno. Mamma B. e papà C., non dormiranno anche stanotte, farneticheranno di denunce e di ricorsi, di trattati e diritto internazionale, ma non li ascolterà nessuno, nessun tribunale darà loro ragione… chissà, forse solo quello della coscienza; anche Mikhail non dormirà stanotte, rombi oscuri risuonano nel cielo di Gomel.
fonte “Il dispaccio” 05 Marzo 2022